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Sei nella sezione Cultura   -> Categoria:  Arti figurative
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E' doverosa una premessa: chi scrive il presente articolo non ha la pretesa di voler insegnare che cosa è l'industrial design. Per questo esistono veri e propri "luminari" in materia e docenti di fama internazionale.
Chi scrive vuole solamente chiarire le idee a chi non sa di cosa si tratta e stuzzicare la curiosità di chi fosse interessato a entrare in questo affascinante universo. La parola anglosassone "design" viene spontaneamente tradotta come "disegno" anche da coloro che non parlano la lingua dei Beatles; la parola disegno richiama subito alla mente un foglio di carta con numerosi segni che rappresentano un'idea. L'idea ed il segno: due elementi fondamentali che costituiscono il progetto nella sua forma più primitiva.
Non c'è progetto senza idea, non c'è progetto senza segno (salvo rare eccezioni). Anche il più illustre maestro, l'inventore, il designer per antonomasia, Leonardo Da Vinci con penna e calamaio illustrava ed organizzava le sue invenzioni. Questo ancora molto tempo prima della rivoluzione industriale: beni ed oggetti erano prodotti da maestri artigiani in un sistema proto-seriale.
Con l'invenzione della macchina a vapore sono nati i primi veri impianti di produzione in serie.
La produzione in serie di beni comporta lo sviluppo di stampi e quindi la necessità di progetti molto precisi e dettagliati; ogni passaggio o particolare viene previsto in fase di progettazione così da velocizzare le fasi di assemblaggio e finitura e ottenere prodotti in quantità affidabili, uguali, con meno spesa e in minor tempo. Classico esempio è l'applicazione della produzione in serie con l'invenzione dell'automobile; Henry Ford con la Ford T ha messo le ruote all'America. Con il passare degli anni, avvicinandoci alla nostra epoca, l'introduzione di una miriade di nuovi materiali e più recentemente la progettazione con il computer, ha permesso ai progettisti di creare nuovi prodotti più performanti e con un occhio di riguardo anche all'estetica. In particolar modo l'introduzione delle materie plastiche ha letteralmente scatenato la fantasia dei designer. Tutt'oggi sono ricercatissime alcune produzioni degli anni 70, come la radio Brionvega, vero oggetto "cult" di cui viene prodotta una fedele replica o la mitica Vespa.
Alcuni designer come il famosissimo e purtroppo scomparso Joe Colombo per esempio, di cui parleremo in futuro, si sono spinti più in là, creando delle vere e proprie provocazioni quasi delle opere d'arte, altri hanno invece partorito idee rivoluzionarie come Laszlo Biro, inventore della oggi comune penna a sfera. Non tutte le produzioni di design hanno avuto successo però: alcune si sono rivelate dei flop clamorosi a livello di diffusione ma ottimi punti di partenza per nuovi sviluppi. L'industrial design ai giorni nostri ci circonda a 360°: dalla caffettiera con cui prepariamo il caffè ogni mattina, all'automobile, a tutte le attrezzature elettroniche e oggetti che utilizziamo; esso è motivo di discussione e indice di misura del buon gusto, è biglietto da visita di una nazione, è una irresistibile ossessione della "forma" e attrazione verso il "bello".
Tuttavia la progressiva crescita di complessità nel caso degli apparecchi elettronici e la loro continua miniaturizzazione grazie ai grandiosi progressi dell'elettronica digitale ha prodotto articoli prodigiosi ma dall'utilizzo sempre più complicato, gestito da menu estesi, da pochi pulsanti e manopole sempre più piccoli; la sfida che attende i designer oggi è rendere semplice l'uso di apparecchi complicati, un compito tutt'altro che facile. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 28/04/2024 17:48:59 |
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